sabato 4 maggio 2013

Le persone trattate come cose

Nel periodo industriale, le persone erano necessarie ma fecilmente sostituibili. Al contrario, le cose, cioè le macchine ed il capitale rappresentavano le basi per il benessere economico.
Le persone venivano accostatte alle cose e come tali venivano trattate: si poteva chiedere loro qualsiasi sacrificio in quanto altri lavoratori sarebbero stati disposti a prendere il loro posto. A loro si chiedeva sforzo fisico e non mentale.
E' questo un retaggio ancora vivo in molti manager e imprenditori moderni. In contabilità le persone vengono evidenziate come "spese", mentre i macchinari come "beni", quindi i macchinari sono considerati come investimenti, mentre le persone no, eppure sono queste che compongono un'azienda. Dal periodo industriale abbiamo preso a prestito il concetto di "bastone e carota", di "pianificazione centralizzata del budget" dove qualcuno decideva i numeri da fare e poi tutti dovevano corrervi dietro all'impazzata. 

Ancora oggi, in un'epoca post industrializzazione, questi concetti vengono applicati da manager poco illuminat e chetrattano le persone come se fossero delle cose. Quanto di buono si perdono dalle persone stesse? Quanto valore aggiunto non riescono a sfruttare? Tanto, anzi tantissimo. Le vere risorse di un'azienda sono rappresentate dalle persone che la compongono, dalle loro capacità tecniche e relazionali: questa è la sfida del nuovo management!
Al contrario assistiamo ad una continua alienazione e spersonalizzazione del lavoro per lamentarci poi del fatto che i dipendenti non sono coinvolti. In realtà i dipendenti anche se hanno le loro idee su come migliorare un processo o un prodotto/servizio, non le comunicano perché il sistema è organizzato per nnon far prendere loro l'iniziativa. Aspettanco che qualcuno gli dica come e cosa fare e si limitano soltanto ad eseguire. 
Questa consuetudine fa crescere i manager con la convinzione che sono loro a dettare i tempi e a dare indicazioni e si illudono di poter gestire le persone. Qual è il risultato al quale porta questo tipo di atteggiamento? Il risultato più evidente è la codipendenza. La codipendenza nasce dalla debolezza di entrambe le parti, dei lavoratori che non prendono iniziativa e dei manager che si illudono di poter gestire le persone. Più il manager controlla, più le persone si deresponsabilizzano e quindi aqccresce la necessità di controllare. Si instaura così il modo di pensare che debbano essere gli altri a fare qualcosa per cambiare, si instaura così un patto segreto un accordo tra le parti, quasi istituzionalizzato.
La soluzione? Trattare le persone per quelle che sono: risorse  e menti pensanti, non cose e manovalanza.

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