martedì 29 ottobre 2013

I luoghi comuni vestono la mediocrità...

I luoghi comuni non comunicano nulla, solitamente vengono utilizzati per creare simpatia nell'interlocutore o per sfuggire da concetti precisi e dettagliati.

Alcune persone li utilizzano per comodità, perché come diceva Henry Ford "pensare è una delle cose più difficili", altre invece lo li utilizzano per distogliere l'interlocutore dal contenuto della comunicazione.

Ragionare per luoghi comuni ci porta alla mediocrità, infatti se andiamo in profondità e analizziamo un problema, ci accorgiamo che la specificità di un fatto non lascia posto per luoghi comuni.

Tendenzialmente siamo pigri e per questo motivo siamo portati ad utilizzare frasi e detti comunemente condivisi. Essere specifici significa pensare, riflettere, ponderare, valutare, pesare... essere specifici significa far lavorare il cervello, andare oltre il comune sentire.

Per uscire da questa spirale dobbiamo fare forza su noi stessi, dobbiamo acquisire e sviluppare la capacità di riflessione interna. Se vuoi approfondire fai click su Aikido Mentale

Aikido Mentale è un metodo che ho ideato per difendersi dalle persone negative e per gestire le proprie emozioni, questo metodo è utile anche per superare i luoghi comuni


venerdì 25 ottobre 2013

Anche gli ottimisti prima o poi moriranno.

Essere ottimisti e guardare alla realtà aiuta nella vita, essere ottimisti e basta a prescindere dalla condizione che viviamo porta a facili illusioni e atroci disillusioni.

Se mi trovo a Milano e ho una mappa di Roma, a poco serve essere ottimisti e pensare che prima o poi riuscirò a individuare la via sulla mappa. Occorre guardare in faccia la realtà, andare oltre ciò che pensiamo debba accadere perché è così che vorremmo.

Pensare in maniera ottimista che qualcosa succederà ci permette di superate brutti momenti ma allo stesso tempo ci illude. Quando arriva il momento che immaginavamo e non accade nulla, l'illusione cede il posto alla frustrazione. Se pensiamo che a Natale accadrà qualcosa e poi ciò non avverrà, allora spostiamo il tiro e siccome siamo ottimisti pensiamo che possa avvenire a Pasqua. E cosa succede allora se non accade nulla nemmeno a Pasqua?

Non è facile guardare in faccia la realtà per il semplice fatto che nessuno può realmente conoscere la realtà e non può nemmeno programmarsi per far si che le cose accadano. Non è facile ma non è nemmeno impossibile, non bisogna cadere nella trappola dell'ottimista disilluso.

Un esempio pratico è dato dal considerare questo periodo come un momento di crisi economica e quindi aspettiamo un non so che per rivivere momenti felici di crescita economica. Guardare in faccia la realtà significa riprogrammarsi, rivedere i propri obiettivi, trovare strade diverse e soprattutto capire che il mondo è cambiato. Se prima capiamo questo, prima riusciremo a correggere il tiro e riformulare nuove attività. 

Gli imprenditori e le persone che hanno capito questo sono riusciti a trovare soluzioni adeguate per fare utili anche in periodo di crisi. Le altre persone che invece sono rimaste "ottimiste" e basta, che pensano che le banche erogheranno i prestiti, che i governi abbasseranno le tasse, oggi si trovano in seria difficoltà.

mercoledì 16 ottobre 2013

Hai paura di fallire o di riuscire?

Vi sono due tipi di paure: quella di fallire e quelle di riuscire.
Entrambe sono inutili!

Il primo tipo di paura è come viaggiare in auto e coprirsi gli occhi con le mani anziché guardare avanti e manovrare il volante.

Faresti mai una cosa del genere? Penso proprio di no! E allora, perché dovresti farlo nella vita?

Veniamo al secondo tipo di paura, quella più infima, quella che sovviene quando stiamo per agire. 

La risposta la lascio a Nelson Mandela.
«La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è di essere potenti oltre misura. È la nostra Luce, non le nostre Tenebre, ciò che più ci spaventa. Ci domandiamo: chi sono io per essere brillante, splendido, ricco di talento, favoloso? In realtà, chi NON devi essere? Sei un figlio di Dio. Farti piccolo non serve al Mondo. Non vi è nulla di illuminante nel restringersi cosicché gli altri attorno a te non si sentano insicuri. Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi. Non è soltanto in alcuni di noi; è in tutti. Facendo brillare la nostra Luce, inconsciamente diamo agli altri il permesso di fare lo stesso. Mentre noi ci liberiamo della nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri».

domenica 13 ottobre 2013

Non potrai mai sapere tutto...

Uno dei grandi errori che commettono persone anche in gamba è che pensano di poter far tutto da soli. 

Sono persone in gamba ma non otterranno mai risultati eccellenti. Di fronte ad un problema troveranno la soluzione personale ma non costruiranno un team di persone che lo faccia per loro.

Al contrario i grandi leader, i grandi uomini che hanno cambiato le nostre vite, costruiscono intorno a loro un team di persone che sanno rispondere ad ogni dubbio e trovano la soluzione ai problemi che inevitabilmente si affacciano lungo il percorso dell'evoluzione.

Henry Ford era considerato un grande industriale ma allo stesso tempo un ignorante. I giornalisti non riuscivano a spiegarsi come un uomo così ignorante potesse ottenere grandi risultati. Allora Henry Ford li convocò nel suo ufficio e disse loro che avrebbe risposto a ogni domanda.

I giornalisti si precipitarono all'appuntamento e iniziarono a porre domande tecniche a Ford. Quando non sapeva rispondere direttamente alzava la cornetta del telefono e chiamava un tecnico, poi riattaccava il telefono e rispondeva al giornalista.

La cosa andò avanti per un po di tempo finché un giornalista espresse disappunto sul fatto che Ford non conoscesse direttamente le risposte ma si faceva aiutare dagli esperti.

Ford rispose semplicemente con un'altra domanda: "perché avrebbe dovuto conoscere tecnicismi quando pagava persone per farlo"? e concluse dicendo "il segreto non sta nel conoscere le cose, bensì le persone".


venerdì 4 ottobre 2013

Le motivazioni che inducono all'acquisto

Gli acquirenti hanno tutti dei buoni motivi per comperare un prodotto o servizio e se noi non sappiamo quali sono significa che stiamo vendendo alla cieca o che lasciamo soltanto che i clienti comprino.

In realtà i clienti hanno già insite le motivazioni per comprare e quello che noi dobbiamo fare è capire quali sono e soddisfarle.

 
I fattori che influenzano l'acquisto sono tre:
  1. Fattori interni: valori e credenze, aspettative, coinvolgimento, motivazione, personalità, stile di vita, attitudine, elementi appresi, fisiologiche;
  2. Fattori esterni: Influenze familiari, classe sociale, gruppi di influenza, segmentazione, demografici, cultura;
  3. Fattori decisionali: preferenze, consumismo, assistenza, valutazione, marketing, marca, ricerca informazioni.

L'obiettivo principale di un cliente quando acquista è quello di soddisfare il suo benessere globale e da qui occorre partire per un'ottima strategia di vendita o negoziazione.



mercoledì 2 ottobre 2013

Visione

La visione è immaginarsi un futuro possibile, è vedere con i propri occhi quello che vorremmo accadesse.

La visione rappresenta i sogni, le speranze, gli obiettivi prefissati, i progetti applicati. Tutto ciò ha a che fare con una realtà non ancora accaduta ma che presto sarà trasposta dalla mente alla materia.

La visione permette di creare una cosa prima nella nostra mente e poi ci permette di realizzarla.

Grazie a questo potere siamo capaci di reinventare la nostra vita, di dare nuovo slancio e linfa vitale alle nostre azioni, purtroppo spesso viviamo una vita al di sotto del nostro potenziale, limitandoci a vivere le visioni di altri.

La più grande visione che possiamo sviluppare è quella di sviluppare la consapevolezza del proprio destino, dell'essenza della vita e del ruolo che in essa svolgiamo.


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