Questo è il terzo appuntamento che trae degli insegnamenti importanti dalla biografia di Henry Ford.
I primi due post sono: "Insegnamenti di Henry Ford: gli esperti vedono sempre i limiti" e "Insegnamenti di Henry Ford: non c'è scopo a precipitare le cose".
Dopo aver venduto la sua prima vettura, Henry nel 1896 inizia a lavorare alla sua seconda vettura, non abbandonò il lavoro che gli offriva delle garanzie: “durante tutto questo tempo conservai la mia posizione nella compagnia di elettricità e a grado a grado fui promosso ingegnere con lo stipendio di cento e venticinque dollari al mese”.
Henry si trova così di fronte ad una scelta, infatti la compagnia elettrica gli offre il ruolo di sovrintendente generale ma all'unica condizione di abbandonare i progetti sull'automobile a gas. “Io dovevo scegliere tra il mio lavoro e la mia automobile. Io scelsi l’automobile… abbandonai il mio posto il 15 agosto 1899 ed entrai nell'industria dell’automobile”. Fece questa scelta all'età di 36 anni, lo stesso Edison lo incoraggiò ad andare avanti per la sua strada.
“Si può considerarlo un passo ardito perché io non avevo mezzi personali. Tutto il denaro che potevo risparmiare nella mia vita era adoperato negli esperimenti. Ma mia moglie era d’accordo con me che l’automobile non poteva essere abbandonata… non c’era richiesta di automobili sul mercato: non ce n’e’ mai per un nuovo articolo… ".
INSEGNAMENTO: lotta contro le opinioni dominanti.
In quel periodo l'opinione dominante era che l’automobile fosse un capriccio per soli ricchi e veniva visto solo come mezzo per corse sportive veloci. Henry dice: “l'industria era distolta a far vetture veloci anziché vetture buone”.
INSEGNAMENTO: non mettersi agli ordini degli altri.
Con venture capital: nasce la “Detroit automobile company” per lo sfruttamento della prima vettura Ford.
La società è costituita da un gruppo di uomini d’affari ed Henry ne è l'ingegnere capo e detiene solo una modesta partecipazione agli utili. Sfortunatamente, la società andò presto in bancarotta, ma Henry non si fece certo fermare da un simile ostacolo: "tutto il pensiero dell’azienda consisteva nel raccogliere ordinazioni e nel ricavare per ogni vettura il maggior prezzo possibile. L’idea dominante sembrava essere quella di ghermire il denaro”.
Aggiunge: “Trovandomi senza alcuna autorità tranne quella che mi dava la mia posizione di ingegnere, io dovetti riconoscere che la nuova compagnia non era il veicolo col quale potevano attuarsi le mie idee, ma solo un consorzio per fare denaro… che non faceva molto denaro… nel 1902 mi licenziai determinato a non mettermi mai più agli ordini degli altri”.
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