lunedì 9 settembre 2013

L'interpretazione della realtà: il concetto di spazio-tempo

L'idea di spazio e quella di tempo occupano un posto rilevante nella nostra mappa della realtà. Per la gestione della nostra vita quotidiana hanno un'importanza tale da permetterci di organizzarci e gestire i movimenti. Abbiamo ereditato dalla fisica classica concetti come spazio tridimensionale contenente oggetti e a farla da padrone era la geometria euclidea che faceva muovere questi oggetti in base a tre parametri: altezza, larghezza e profondità.

Anche il tempo ci è stato detto che è indipendente e come lo spazio è assoluto. Per secoli queste erano verità inviolabili, ritenute da filosofi e scienziati come insindacabili. Il massimo esponente della scienza classica fu Newton.

A modificare radicalmente questi concetti fu la teoria della relatività di Einstein. Egli ci dimostrò che la nostra illusione di poter ordinare in sequenza temporale degli eventi dipende dal fatto che tutto ciò avviene perché la velocità della luce è talmente grande rispetto alle velocità che l'uomo può percorrere nella vita ordinaria da farci pensare che un evento accade quando lo osserviamo. Questo cambia quando ci si muove ad alte velocità perché il breve intervallo di tempo che occorre alla luce per raggiungere l'osservatore diventa rilevante per stabilire cose è accaduto prima e dopo. Questo significa che a velocità diverse ordineremo diversamente gli eventi. 

Il fatto che il tempo è relativo si porta dietro una grande conseguenza: anche lo spazio è relativo. Ora lo spazio dipende dal punto di vista dell'osservatore e dalla velocità che percorre. Lo spazio e il tempo passano da concetti assoluti a elementi del linguaggio dell'osservatore per descrivere un evento. 

Questo ci fa capire che i concetti che usiamo per descrivere la natura sono limitati, non sono realtà assolute, indiscutibile, non fanno parte della realtà, ma sono creazioni della nostra mente: sono la mappa non il territorio. Noi invece tendiamo a credere e a innamorarci dei nostri concetti, delle nostre posizioni assunte e dedotte, senza minimamente immaginare che non hanno nulla a che fare con la realtà, bensì con una nostra  interpretazione di essa.

Quando siamo capaci di espandere il campo delle nostre esperienze riusciamo a capire che la nostra mente razionale ha dei limiti e che alcuni concetti che pensavamo fossero assoluti diventano modificabili.

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